Noemi Mariani | REAL TIME – DATING APP
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REAL TIME – DATING APP

REAL TIME – REAL STORIES

I don’t know how, but I seem to be a Tinder Expert to the point where my stories (nightmares) have inspired that of many others.

I worked with the digital team of YAM in making a small content production for realtime.it

The topic: love on the net and other disasters.

CREDITS

Agency: YAM112003

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HERE ONE OF MY FIRTS ARTICLE WRITTEN ON THE “TAKEN FROM US TOO SOON” BLOG: MANGIAPREGASBATTY

MA T’INDERESSO VERAMENTE?

Viviamo nell’era dei social ma siamo paradossalmente più antisociali di prima.

Se, come me, siete single e vivete a Milano questa realtà graverà sul vostro destino sentimentale, trascinandovi nel baratro del pauperismo affettivo e dell’autoerotismo.

 

Non allarmatevi, la soluzione pare esistere: Tinder. Un’app con cui puoi scoprire persone compatibili a te nelle vicinanze. Qui di seguito andrò a riassumervi e spiegarvi quello che ho notato io cimentandomi nell’oscura attività dell’appuntamento al buio.

Preparazione: creare un account, scegliere una foto e il “raggio” di ricerca (consiglio un massimo di 10 km, per non correre il rischio di uscire con gente di Pioltello).

Regole del gioco: Una X su quelli che ti fanno schifo, un <3 su quelli che ti piacciono.

Si apre la chat solo se quello a cui hai messo un <3 ti mette a sua volta un <3.

Passiamo alle foto. Si possono identificare 3 diversi grandi gruppi:

  1. quelli che mettono solo foto di sé con occhiali da sole/ foto di sé di spalle / foto di sé+ 2 come nella lista del Divina / foto di macchine-animali-moto-montagne che rientrano facilmente nella categoria di coloro che non hanno capito a cosa serve tinder;
  2. gli zarri, immancabili come il pane sulle tavole degli italiani.
  3. I sensation seekercoloro che, go-pro alla mano, amano surfare, andare in snow, lanciarsi col paracadute, fare immersione.

Dimenticavo un quarto sottogruppo ovvero i cessi, ma quelli sono come le secchie durante le interrogazioni senza giustificazioni: sempre presenti.

 

Dopo che il tendine del pollice vi si infiamma per le troppe X, finalmente i vostri sforzi inizieranno a dare i primi frutti: match a palate!

E qui si apre il capitolo più bello di tutti ovvero l’approccio in chat.

C’è chi non vi scriverà mai e a cui voi, tendenzialmente, non scriverete mai.

Ci sono poi gli intraprendenti che dopo le prime battute si dimostreranno talmente intraprendenti dal volervi portare fuori a cena e mostrarvi il tramonto dalla loro casa sul lago.

E poi ci sono loro, i Māyā (illusione in sanscrito). Coloro che vi faranno pensare di aver scovato una rara pietra preziosa in mezzo ad un oceano di babbi di minchia.

Sono carini, simpatici, avete gli stessi gusti e sanno come prendervi. È con questa tipologia di ragazzi che decidete di uscire. Ed è qui che arriva l’effetto David Copperfield.

Se siete sopra il metro e 70, vi arriverà al mento. Ha deciso di tagliarsi la barba il giorno prima.

Sa di deodorante della Lidl.

 

Ormai sei fuori, decidi comunque di dargli una chance. Nulla da fare: parlerà tutto il tempo di sé, sfruttando ogni vostro spunto narrativo come preziosa occasione auto-celebrativa.

Dopo questa Caporetto, non vi rimane che ringraziare e mentire spudoratamente dicendo “È stato un piacere” e sparire nell’oblio di un Visualizzato su WhatsApp al quale non risponderete mai più.

Ci sono cose che non si possono forzare, l’amore è una di queste.

 

E mentre voi siete lì a scaricarvi Tinder e a ridere alle spalle degli uomini che rientrano nel vostro raggio d’azione, io vado di là a struggermi un po’ ripensando a a tutto il tempo che ho sprecato mettendo X al genere umano.